Messalina, sesso e potere
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Nella Roma del I secolo a dilagare è un’inarrestabile decadenza morale: crollo dei costumi, avidità di potere, intrighi di palazzo. Sbaglieremmo (o forse no) a erigere a perfetto simbolo di quest’epoca di bassezze e vanaglorie un uomo soltanto, anche se gli esempi non mancherebbero. E infatti a correre in parallelo con le brutture di una civiltà avviata a un lento ma inesorabile declino non è l’incapacità politica di un Imperatore o la corruzione del Senato romano, ma la smodatezza di una donna: l’Imperatrice di Roma. Si vanta di un forte desiderio di sperimentare ciò che comunemente non è concesso alle donne, ma solo agli uomini, ovvero potere, sesso, ricatto e lusso. In un tempo in cui le donne conducono una vita confinata, lei infrange le regole con l’irrefrenabile volontà di esibire pubblicamente il suo virile predominio. Per sette anni riesce a raggiungere i suoi scopi, servendosi del timore e dell’unione servile. Tuttavia, la sua sarà una fine del tutto diversa da quella immaginata. Tanto che, dopo 2000 anni, non si è ancora affrancata.
Oggi facciamo festa con Valeria MESSALINA
Messalina e Claudio
La biografia di Messalina, come quella di tutta la stirpe imperiale, appare velata dal mistero. L’inchiostro degli storici comincia a essere versato sul suo conto nel momento in cui diventa Imperatrice di Roma insieme al suo sposo Claudio, appartenente alla fastosa dinastia Giulio Claudia. Claudio, nonostante sia zoppo, sordo e insicuro, riesce a ridare a Roma serenità e fiducia andate perse sotto le tirannie esercitate dai due suoi predecessori Tiberio e Caligola. La gestione politica è complessivamente buona, ma è il suo rapporto di ormai palese sottomissione alla moglie a destare preoccupazione. Lui però non dissimula né dentro né fuori il palazzo il fervore che sua moglie gli suscita, alimentando sospetti e dicerie sempre più forti.
L’Imperatrice si lascia desiderare dagli arrivisti, che manovra con ipocrisia e con l’unico intento di proteggere la sua posizione privilegiata. Premia pubblicamente coloro che le sono favorevoli, castiga e ricatta chi si oppone ai suoi desideri, infine emette sentenze di morte contro chiunque osi sfidarla. Demolisce letteralmente il modello di donna dei tempi di Augusto che la vuole casta, pia, laboriosa, frugale e disinteressata alla vita pubblica. Come molti suoi colleghi, anche lei cede all’esagerazione, all’agiatezza dei costumi e al diletto dei piaceri sessuali.
Un’unione anomala
Claudio e Messalina sono lontani cugini. Tra loro c’è una notevole differenza d’età. Lei ha fra i tredici e i quindici anni quando sposa il suo lontano parente, che invece ha più di mezzo secolo di vita. Claudio aveva già ripudiato due mogli e ha una figlia di nome Antonia.
Quanto a Messalina, molti testi narrano di come sia stata deflorata il giorno stesso del suo matrimonio. Pare non fosse il novello sposo a portarsi a casa il premio ma, come alcuni raccontano, uno schiavo che lei stessa importunava durante i preparativi delle nozze. Una larga maggioranza di biografi, invece, sostiene che fu lo stesso Caligola, allora Imperatore, a inaugurarla qualche minuto prima che potesse farlo lo sposo. Consideriamo comunque come nel I secolo, la moralità sessuale è confusa, abbonda la promiscuità, ma quando in questione vi è il concepimento del primogenito è vietato scherzare col fuoco. Qualsiasi sospetto di discendenza illegittima è motivo di ripudio e le leggi romane puniscono severamente l’adulterio con l’esilio o persino con la condanna a morte.
Il matrimonio dà comunque i suoi frutti. Nel primo anno di nozze nasce Ottavia e alcune settimane dopo l’inaspettata ascesa al trono, Messalina dà alla luce l’agognato maschio cui sarà dato il nome di Germanico. Coniuge di un Imperatore dal carattere docile, oltre che madre del suo diretto successore, l’Imperatrice acquisisce una repentina e notevole importanza. Inizialmente Sembra mantenersi in ombra, poi però carpisce la cieca fiducia che l’insicuro Claudio ripone nei liberti Callisto, Narciso, Pallante e Polibio, e se ne appropria. Messalina inizia proprio da quest’ultimo:prima lo seduce, poi se ne libera e infine lo uccide. Con Narciso, il più fedele e intelligente alleato di Claudio, dà vita a un crudele duello di predominio sulle scelte dell’Imperatore. Alla fine Messalina dimentica la sua condizione di donna e osa convertire Narciso in suo complice e, per dimostrare chi comanda davvero, decide di farlo pubblicamente. Peccando però di strategia.
Servendosi di questa “alleanza segreta”, Messalina dapprima corrompe un giudice con ingenti somme di denaro per condannare a morte chi la infastidisce. Poi riesce a destituire un soldato della guardia pretoriana e al suo posto colloca Lucio Gaeta, con cui pare intrattenga una “speciale” relazione. Infine, convince Claudio a esiliare Seneca che, da faccendiere ambiguo qual è, aveva cominciato a darle fastidio.
L’obiettivo del filosofo, infatti, è contenere l’influenza di Messalina su Claudio. Per cui elabora una strategia: ricopre l’Imperatrice di rimproveri tra la folla per metterla in cattiva luce. Ma Messalina non sopporta che si denunci così duramente e cinicamente il suo potere e comincia a fare la voce grossa con Seneca e con la sua amante, Giulia Livilla, la bella sorella del defunto Caligola, nonché nipote di Claudio.
L’imperatrice considera la bellezza delle nobili donne una minaccia inquietante. E Giulia Livilla, oltre ad essere bella, non nasconde il suo interesse per lo zio Claudio e tratta Messalina con totale disprezzo. Messalina fa allora ricorso alla cosiddetta lex adulteris, che punisce severamente l’infedeltà matrimoniale e riesce così a scacciare la coppia nemica in un veloce e schiacciante giudizio.
Tra complotti, intrighi e ricatti
Una nuova minaccia incombe: Marco Vinicio, umiliato e offeso perché Messalina ha reso pubblica l’infedeltà di sua moglie, cerca vendetta. L’Imperatrice si presenta sdraiata sul letto disfatto e in una posizione tale da addolcirgli l’umore, lui la rifiuta e lei lo avvelena. In seguito, forse galvanizzata dalla raggiunta consapevolezza della facilità con la quale sa togliere di mezzo un nemico, si accanisce contro un bersaglio più difficile: il nuovo marito di sua madre: Appio Silano. Non esistono evidenti ragioni per cui Messalina provi rancore verso il suo patrigno. Leggende maligne attribuiscono alla vicenda motivi di natura sentimentale, non garantite comunque dagli storici, ma tali motivi coincidono quasi tutte con il ritratto dell’accaduto.
Per eliminarlo, Messalina usa un astuto strategemma. Approfitta dell’influenza che i sogni premonitori hanno su Claudio e insieme a Narciso intesse la trama del finto incubo secondo cui Appio Silano lo avrebbe assassinato. E così, la notte precedente l’imboscata, mandano a Silano un messaggio confidenziale in cui comunicano che l’Imperatore desidera affidargli una delicata questione, che l’aspetta alle prime ore del giorno successivo nella sua camera da letto e che dovrà entrare nelle stanze senza essere visto, portando con sé un’arma corta per eliminare possibili testimoni inopportuni. L’ignaro Appio Silano giunge nella camera di Claudio proprio nel momento in cui Messalina e Narciso terminano di raccontargli i dettagli del loro incubo. L’improvvisa presenza dell’intruso scatena terrore nell’Imperatore che chiede aiuto gridando. I soldati accorsi trovano la daga nascosta sotto la tunica e Claudio ha così conferma che gli dèi lo hanno avvertito grazie a sua moglie e Narciso. Il patrigno di Messalina viene giustiziato sul posto, accusato di un crimine che non aveva mai pensato di commettere.
Tra i complotti che hanno reso celebre l’Imperatrice vi è sicuramente quello riguardante Decimo Valerio Asiatico, due volte console. Il peccato che Valerio commette è rifiutare le offerte erotiche di Messalina. L’Imperatrice dunque escogita uno stratagemma per eliminarlo. Sfruttando l’abbagliante splendore di cui Valerio gode a Roma, chiede al suo giudice corrotto di istituire un finto processo contro il console e contemporaneamente impartisce ordini ad altre due pedine: Lucio Vitello, un adulatore, e il tutore di suo figlio Germanico. Entrambi devono far sapere a Claudio quali dicerie serpeggiano su di lui in città, e cioè che Valerio Asiatico sta reclutando adepti in Gallia per ucciderlo. L’Imperatore, senza verificare la veridicità della notizia, manda a cercare il presunto colpevole, il quale arriva a palazzo ignaro di ciò che sta accadendo. Claudio lo conduce nella sua stanza dove Sillo, il giudice corrotto, comincia ad accusarlo formalmente. Al senatore non viene data possibilità di replica e gli viene solo concesso l’onorato privilegio di tagliarsi di persona le vene, proprio lì sul posto.
Non appena giace morto, Messalina corre a saldare il conto con Poppea Sabina, amante del suicida e sua rivale in amore. Irrompe nella casa della donna e la tortura fino a esaurire la sua energia psicologica. La ragazza, disperata, afferra così un pugnale e se lo conficca in corpo gridando al vento il nome del suo amato: Valerio. Risultato della vicenda: Messalina, oltre a togliere di mezzo una donna bellissima che le faceva ombra e un uomo che aveva osato rifiutarla, si impadronisce dei celebri giardini di Locullo di proprietà del defunto senatore Decimo Valerio.
Meretrix
Ci sono occasioni, incredibile ma vero, in cui Messalina non ottiene profitti politici dagli amanti prescelti. Una è la relazione con Mnestere, famoso pantomimo, attore e ballerino a cui Claudio ordina di “soddisfare l’Imperatrice in tutto ciò che pretende”. Lo storico Dione Cassio racconta che i senatori, volendo cancellare la nefasta memoria lasciata da Caligola, decidono di fondere tutte le monete di bronzo che portano l’effigie dell’Imperatore ormai defunto. Messalina decide allora di utilizzare questo materiale per innalzare statue di Mnestere “a mò di ringraziamento per essere suo amante”. Sprofondava nell’adulterio facendo credere che Claudio ne fosse a conoscenza e acconsentisse.
Molti storici e storiografi hanno demolito la figura di Messalina. Dione Cassio la apostrofa inequivocabilmente come una “prostituta”; Svetonio l’accusa di essere una stupra; Plinio il Vecchio lascia intendere che Messalina arriva a competere con una celebre meretrice per stabilire chi delle due faccia più volte l’amore in 24 ore. E le ingiurie non finiscono qui. Oltre a essere promiscua, pare sia anche masochista. Tra i suoi amanti, predilige chi la bastona, come un rozzo gladiatore che le unge il corpo per coprirne i postumi. Frustate e pomata si somministrano su richiesta della dama, che sembra arrivi all’orgasmo quando simultaneamente la desiderano, la maltrattano e la feriscono.
Un fatale adulterio
Messalina resta stregata da una pazza e furente frenesia erotica per Caio Silio, membro di una famiglia patrizia e mediocre aspirante a un posto da senatore. La relazione è così spudorata che l’Imperatrice non si cura di nasconderla agli occhi del pubblico,anzi esibisce l’amante con un tocco di presunzione e sfacciataggine tanto che la vicenda giunge all’orecchio di tutti, salvo a quello dell’addormentato Claudio. Silio, coperto di benefici e di onori, pensa di chiedere Messalina in sposa. Lei però si mostra reticente, il rischio è troppo elevato e non vuole svincolarsi dall’Imperatore. Silio allora orchestra un colpo da maestro: le garantisce che adotterà Germanico e le promette che manterrà lo stesso e identico potere. Messalina acconsente con indifferenza, avendo già tutto quello che Silio le sta promettendo: sicurezza e potere. Alla fine però cede. Non se ne conoscono i motivi, così come non si comprende perché non abbia detto a Claudio di voler divorziare.
Il caso vorrà che i due approfittino di un viaggio di Claudio a Ostia per organizzare un ricevimento di matrimonio ufficiale, con notte di nozze, una moltitudine di invitati e un’accurata cerimonia. Ma il fatto più eclatante è che, durante la cerimonia, la coppia presenta il contratto nuziale con in calce la firma di Claudio. I nobili assecondano lo sposalizio di Messalina e di Silio accorrendo al festeggiamento ed elargendo continuamente applausi. I liberti di Claudio intravedono nell’impudenza dell’Imperatrice un’opportunità per liberarsi di lei per sempre. Dal canto suo Narciso, estremamente fedele a Claudio pur se ancora vincolato a Messalina, minacciato nella sua posizione dall’ascesa al trono di Silio, si dirige a Ostia, dove l’Imperatore si è stabilito da tempo. Una volta lì il liberto sceglie due schiave con cui Claudio intrattiene relazioni sessuali e le convince a togliere all’Imperatore la benda dagli occhi. L’Imperatore è furente. Narciso gli ha praticamente riferito di essere stato ripudiato come una volgar donna e che rischia di perdere il trono. Claudio si precipita a Roma. All’improvviso uno degli invitati scorge un ciclone di polvere in procinto di abbattersi su di loro: la furibonda brigata inviata dall’Imperatore arriva.Silio vola impaurito e si chiude in casa. La guardia pretoriana lo trova e lo uccide. Intanto Messalina crede di potersi salvare dalla carneficina utilizzando ancora una volta l’amore che Claudio le ha sempre dimostrato. Narciso, timoroso della debolezza di Claudio nei confronti di Messalina, decide di non lasciare che lei lo manipoli con il suo amore. Ordina a un tribuno e a un centurione di trovare Messalina e di ucciderla subito, senza stare a sentire le sue ragioni. La incontrano nei giardini di Lucullo in compagnia di sua madre che esorta la figlia a morire con onore. L’Imperatrice, distrutta dal pianto, impugna un coltello e lo volge verso l’addome, ma la mano tremante fa sì che la punta della daga appena le sfiori la pelle. Il tribuno l’aiuta allora nel compito centrandole il cuore con una stoccata.
Messalina muore a 26 anni. Quando comunicano a Claudio la morte della moglie sta pacatamente cenando. Non domanda niente, non vuole sapere niente. Giorni dopo ordina di rimuovere dai luoghi pubblici tutte le statue della defunta. Pare dica di non volersi più sposare, visto che i matrimoni gli hanno causato solo disgrazie.
Chi è o cos’è Messalina
Messalina è una ninfomane? A detta della scienza, parrebbe di no in quanto la ninfomania si associa ad una malattia mentale propria delle donne affette da un incontrollabile bisogno coitale. La ninfomane è affetta da sessualità indiscriminata, mentre Messalina discrimina, e parecchio, i destinatari dei suoi favori sessuali. Nel suo caso c’è sempre un obiettivo da raggiungere, e il prescelto deve esattamente assegnarle il ruolo che lei ha in mente. Inoltre, è egocentrica, ambiziosa e irresponsabile. Adatta immediatamente il suo atteggiamento in funzione dei suoi scopi e riesce a manipolare abilmente gli altri. L’Imperatrice cade in rovina a causa della sua stessa indomita bramosia di dimostrare pubblicamente e apertamente il suo potere. Anche altre donne, forse, nella sua posizione avrebbero potuto mirare a ciò che lei desiderava. Tuttavia, seguendo magari l’esempio di Livia, moglie di Augusto, avrebbero evitato di agire in modo palese contro ciò che Roma chiede alle donne stesse: non importunare e non pensare. A quell’epoca , come in tante altre, le donne servivano a procreare e procurar piacere. Possiamo dire che Messalina si emancipa da questo modello di sottomissione, ma lo fa in malo modo e anche, diciamolo, in maniera stupida e sboccata. Che poi si serva del sesso per consolidare il suo ruolo, quella è storia. Di ieri. Di oggi. E forse anche di domani.
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